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      Emidio Mastrangioli 


artista pittore

» recensioni critiche

Possiamo considerare i lavori di Emidio come delle piccole "finestre sul mondo": dietro le tele c’è un foro nel muro ed attraverso la cornice della "finestra" vediamo uno scorcio accuratamente scelto dall’Artista tra l’infinità dei possibili scorci. Le immagini costruite da Emidio sono assai aderenti alla "realtà" circostante (proiezione ottica) la realtà ha catturato l’Artista. I suoi lavori si iscrivono in una lunga tradizione di mimesi, raccontanto la sua voglia di un realismo naturalistico.

Ma a ben guardare, addentrandoci nelle sue pitture vediamo qualcosa che va oltre la "semplice" descrizione ed è ciò che conta: la visione dell’Artista.

Vediamo paesaggi inondati di una luce che si espande, un po’ diafana. La ricerca della forma è spesso dissolta dalla luce e da una scelta di forza e purezza cromatica che non si vuole piegare ad una delineazione troppo chiaroscurale. Un chiaroscuro pronunciato potrebbe modificare il colore che Emidio fa vibrare su ogni piccolo frammento di tela. I colori sono scelti su una base di armonia ed equilibrio tra toni caldi e freddi. Non ci sono forti contrasti… e difatti i quadri di Emidio rassicurano e sono miti, non urtano e non urlano, sono di una luminosità serena in totale assenza di drammaticità.

Emidio Mastrangioli, giovanissimo pittore di indubbio talento, si stà incamminando verso un percorso di ricerca artistica pura: lo sviluppo pi un linguaggio personale. Il vero senso del lavoro di un Artista non stà tanto nella riproduzione del visibile ma nella capacità di rendere visibile e comprensibile il mistero della vita umana e il suo profondo significato. Ogni pittore che ha percorso la strada della ricerca ci offre con generosità un suo modo di vedere il mondo, visione che possiamo per un attimo adottare attraverso la contemplazione dei suoi quadri.

La visione di un Artista ci può così nutrire ed arricchire.

Faccio tanti auguri ad Emidio per la sua ricerca pittorica: la scelta di dedicarsi e darsi totalmente alla pittura è una scelta molto coraggiosa che non sempre viene compresa.

Ma non è questo l’obiettivo dell’Artista: lui deve indagare e sperimentare affinchè riesce a toccare tramite una visione molto personale ciò che è universale. E’ una bella meta.

Kristien De Neve

2005


Emidio Mastrangioli ha iniziato il cammino nella strada dell’Arte. Una grande forza d’animo e la spinta che muove la sua mano sulla tela.

Ha tanto da raccontare con colori e composizioni.

Un augurio di sentirsi sempre più libero nell’interpretare ciò che vede, ciò che sente e ciò che lo commuove.

Marisa Muzi

Roma, 28 febbraio 2005


Emidio Mastrangioli - "Inizio di una fortunata carriera"

Tramite il nostro esimio Direttore, che considera sommo onore ospitare sull (o)’agguerrito foglio ricreative visioni, come prescritto dall’imperatore Adriano nel portico che funge da arioso atrio di accesso alla tiburtuna Villa Tiburtina, ho avuto occasione di avvicinare una promettente "speranza" della scuola paesaggistica sulmonese, fiorita nel maturo Ottocento all’ombra di Patini e Michetti.

Allora città e campagna formavano un "unicum" indissolubile e il quotidiano andirivieni tra contado e campo prometteva scorci suggestivi, vegliati da icòne devozionali come "Madonna del Riparo" o "Santa Maria Perpetua".

Le fonti, di cui il pendìo adiacente le mura era rigoglioso, permettevano di sciorinare al sole italico l’immacolata biancheria su prato adiacente, già permeato di lavanda.

Nel "Demreru natura" di Tito Lucrezio si osserva: "Se esiste la felicità, l’acme del sublime è qui, dove eri già prima di venire al mondo".

Questo clima "soignée" è presente nei soggetti, nei modelli suggeriti al nostro amico, Emidio Mastrangioli, dotato di valori morali autentici solo in parte impartiti dall’Istituto d’Arte assiduamente frequentato, a che

direi innati e connaturati. Una "castità figurativa" mi richiama i "nazareni" o i "preraffaelliti", ma la maggiore convinzione che ne traggo è un universo animato sfuggito alla classificazione scientifica.

La percezione visiva si assimila alla descrizione accurata alla maniera di Corot. Tuttavia la tensione poetica insita nella cosiddetta "natura viva" suggerisce una spontaneità di ombreggiature che a un tempo coprono e svelano la morandiana bottiglia. Dunque una promessa che consente di decifrare la lingua misteriosa dell’indagine introspettiva che, insita nell’animo pacato, irragia e riflette l’oggetto tranquillo, rendendo "soggettivo" lo sguardo attraverso la "finestra precoce" sul gran teatro del mondo.

Sarò più preciso in sede di recensione alla mostra che permette di costruire l’itinerario esistenziale di un promettente impegno che è già riconosciuto aderente a un principio superiore animato davvero dal famoso "sesto senso" alieno dalla mercificazione dei valori intimi imposta dalle tendenze avveniristiche d’avanguardia di galleristi senza scrupoli…

Mario Marcone

2008


Emidio Mastrangioli nelle sue opere sperimenta composizioni di elementi appartenenti al vissuto quotidiano. Questa serie di "nature morte", intraprese dal pittore peligno, appare carica di rimandi antropomorfi e connotazioni esistenziali. Le silhouettes delle bottiglie, dei pacchetti di sigarette vuoti e del bicchiere si stagliano sul piano coperto dalla tovaglia, corrugata e molle, assumendo sembianze che ricordano figure umane. Come visti attraverso una percezione alterata dall’alcool, questi elementi antropizzati sono immersi in un’atmosfera squallida che sa di stantio: un senso di degenerazione ricorda le ambientazioni del periodo tra le due guerre mondiali, pregne di desolazione umana.

Mastrangioli cerca nell’Arte un antidoto all’aridità esistenziale dei nostri tempi. Il suo sguardo creativo e la sua abilità tecnica mirano a sdrammatizzare la pesantezza e la vacuita esistenziali. La radice comune dei titoli di queste opere, Natura viva, ne è una conferma.

Cinzia Curini

Luglio 2009


Racconto-verità tra autobiografia e oggettività

I luoghi della vita quotidiana nella pittura di Emidio Mastrangioli fondano un racconto destino-verità, fluttuante tra realtà e irreale, tra presenza spazio-temporale e inattualità: sono questi spazi, che vengono aperti nel racconto, nella storia di Emidio Mastrangioli, a generare una assolutamente moderna località, nell’avere in sé la presenza delle cose e insieme la non-presenza stupefatta della memoria, della visione, dell’irreale generato dai moti della vita soggettiva. La fondazione conoscenza-essere di Mastrangioli non ha nulla a che fare con quell’ambiente pittorico che, attraverso il messaggio colore-luce e materia-luminosità, coglie e vuol cogliere il buon essere della vita piccolo borghese ed i riflessi di una società priva di problemi, soddisfatta ed esteticamente propensa al godimento della bellezza e di un intimo e ordinato fluire storico-narrativo, che di quella società sia l’esaltazione.

Il racconto-esistenza di Mastrangioli, semmai si pone come valutazione di una trascurata intelligenza funzionale, perché aiuta ad aprire il terreno dell’allegoria e del simbolo, come modi radicali di esposizione dell’aut-aut presente, da cui muovere per risalire al senso dell’essere individuale e collettivo. La visibilità di Emidio Mastrangioli potrebbe essere intesa anche come facoltà sensibile, ottico-luministica, perchè in queste modalità diciamo così, impressionistiche che conta ed emerge sempre un racconto linguistico in cui le forme sensibili della luce hanno funzione metalinguistica sui contenuti narrativi, oggettivi e soggettivi, hanno funzione di estrema indagine riflessiva e di ricerca del senso.

Nella "Natura Viva"•di Mastrangioli c’è una funzionalità tra gli elementi formali, mezzi tecnici e materiali rispetto al tema, in cui quest’ultimo si dicotomizza su due piani, quello più narrativo, sottostante, e quello metalinguistico, sovrastante, dello scopo, del fine, cioè il senso nascosto dei tempi.

Livio Garbuglia

2010


Molti sono i periodi di passaggio stilistici che ha affrontato Emidio Mastrangioli, che vede sempre più premiata la costanza del suo lavoro, incentrato da anni sulla raffigurazione di bottiglie. Se inizialmente il suo era un vezzo, dettato dal grande interesse per Giorgio Morandi, oggi può dirsi affermata un’autentica personalità artistica. Infatti è attraverso l’indagine maniacale sulla giusta dimensione da dare al suo soggetto privilegiato, che Mastrangioli ha studiato le forme, provato a distorcere la realtà, lasciandosi andare a un trasporto emozionale, e ha formato infine gruppi di bottiglie con una loro specificità. Non si tratta mai semplicemente di oggetti, ma sempre di autoritratti fatti di cose e di modi diversi in cui vederle. Allora non sono certo quelle bottiglie a cambiare, ma è l’animo dell’Artista che vuole disegnarle, donando loro, nell’aspetto, nelle dimensioni, nella posizione, un po’ di sé.

Chiara Strozzieri

Agosto 2011


Eleganza stilistica ed equilibrio formale sono le caratteristiche ravvisabili nelle opere di Emidio Mastrangioli. Soprattutto egli riesce ad esprimere se stesso e il suo proprio gusto liberandosi da schemi e preconcetti imposti dalla maniera, liberando il proprio istinto creativo in maniera disinvolta e spontanea con grande padronanza e spaziando per ogni aspetto del reale.

Dino Marasà

2011


Il passato torna inesorabile nelle rappresentazioni visive di Emidio Mastrangioli. Le sue opere ci riportano in una dimensione ormai "trascorsa", fatta di bottiglie, pacchetti di sigarette e liquori. Le sue nature morte parlano la lingua del tempo che fu. Niente di più emozionante per chi si pone dinnanzi a loro.

L’astante ne rimane profondamente colpito e tali opere gli fanno tornare in mente il suo passato. Un passato in cui non c’era questo benessere, ma un passato fatto di cose "umili" che però rendevano gioiose le giornate. Mastrangioli è uno dei grandi poeti visivi del nostro tempo.

Le atmosfere "narrate" nei suoi quadri, pongono il loro accento su inquadrature amene e malinconiche, libere dalla rappresentazione dell’uomo ma intrise del ricordo della sua presenza.

Emidio ci propone i luoghi della memoria. La tematica affrontata è quella che ha reso celebre Morandi, ma Mastrangioli affronta tale tema con maggiore forza. Le sue non sono nature morte, bensì nature vive, hanno un forte carattere evocativo, in grado, di far rivivere all’astante momenti di vita passata.

Una figurazione del ricordo. Una figurazione che travalica la semplice significazione. Una figurazione che và oltre il rappresentato per esprimere emozioni altre. Emozioni che può provare solo chi si pone di fronte ad essa.

Un Artista il cui segreto intimismo costituisce il suo plus valore.

Salvatore Russo

Aprile 2012


La capacità compositiva del Mastrangioli si basa di una talentuosa e spontanea attitudine narrativa che rivela un figurativo sincero ed essenziale. I protagonisti divengono così essi stessi portavoce di una lirica pittorica robusta in tutte le sue implicazioni estetiche.

Sandro Serradifalco

2012


Emidio Mastrangioli può considerarsi il pittore che dipinge raffigurando con i suoi paesaggi e le sue nature morte il suo rapportarsi con il quotidiano.

Nei suoi dipinti il colore è posto su segni di immagini osservate e pensate in una dimensione di spazio, uno spazio sempre reale dove l’Artista cerca fondamentalmente la propria dimensione. Osservando i paesaggi e le nature morte, si intuisce la ricerca del confine sul terreno delle nostalgie, una ricerca fatta con ansia. Con i suoi lavori Emidio vuole conservare un presente sempre più orientato verso un futuro. La sua non è paura, è la consapevolezza della mancanza di una società reale. Le sue opere sono affrontate con una visione soggettiva, soggettività che non induce l’Artista ad un alterazione del reale. Il suo "Io" si estrinseca ponendo il colore con forza, con determinazione, tentando di dare all’opera una sensazione fotografica.

Emidio Mastrangioli proponendo le sue "Nature vive" e paesaggi carichi di colori forti alternati con colori tenui, pone una linea d’intersezione tra il reale e l’immaginario quotidiano. La sua pittura non è una religione legata a tradizioni e schemi, è la pittura di un Artista che cerca di ricordare che anche l’immagine classica appartiene al divenire. Appartiene la sua pittura alla tematica dei simboli della gestualità e della spontaneità quotidiana.

Roberto Franco

Luglio 2012

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